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Tecniche digitali in ambito protesico Dott Michele Maglione

Il Dott. Michele Maglione dello Studio Odontoiatrico Simion di Milano illustra le principali tecniche digitali in ambito protesico ai microfoni di DossierSalute.com.

Terapia Ortodontica: la tecnica “Wilcodontics” Prof Massimo Simion

Ai microfoni di DossierSalute.com, il Prof. Massimo Simion, titolare dell’omonimo Studio Odontoiatrico di Milano, illustra la tecnica ortodontica denominata “Wilcodontics”.

Cos’è la rigenerazione ossea?

CHE COS’È LA RIGENERAZIONE OSSEA MEDIANTE MEMBRANE?

Il manimento domiciliare del paziente con apparecchio ortodontico mobile

Buongiorno, sono la Dottoressa Sironi, Igienista Dentale dello Studio Simion. Oggi parliamo dell’igiene orale in ortodonzia, concentrandoci su come prenderci cura delle vostre apparecchiature ortodontiche mobili.

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Le mascherine trasparenti fanno parte dell’ortodonzia definita invisibile. Sono removibili e personalizzate e devono essere pulite ogni giorno con sapone liquido e un energico spazzolamento, stando attenti a non deformarle o romperle perché composte da un sottile strato di plastica.

L’apparecchio invisibile racchiude diversi vantaggi: è confortevole, comodo e pratico e permette di avere una buona igiene orale domiciliare. E’ importante passare il filo interdentale dopo ogni pasto, per scongiurare la formazione di carie interdentali. Anche l’uso dello scovolino abbinato al dentifricio, che va veicolato negli spazi interdentali, migliora la detersione.

Lo stesso trattamento di igiene orale quotidiana deve essere applicato in caso di apparecchi ortodontici removibili.

Vi consiglio inoltre di utilizzare, una volta a settimana per almeno due mesi, le pastiglie rivelatrici di placca, al fine di verificare che la vostra igiene orale domiciliare sia precisa ed efficace.

Tutto ciò che dovete sapere per il mantenimento domiciliare del paziente con apparecchio ortodontico fisso

Buongiorno, sono la Dottoressa Sironi, Igienista Dentale dello Studio Simion. Oggi parliamo dell’igiene orale in ortodonzia, vediamo quindi come prenderci cura del vostro apparecchio ortodontico fisso.

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Come voi sapete la presenza dell’apparecchio ortodontico rende più difficoltose le manovre di igiene orale domiciliare. Gli attacchi, comunemente chiamati brackets e le bande, favoriscono l’accumulo della placca batterica, responsabile sia dell’infiammazione gengivale che delle carie dentali.

Per prevenire quindi la formazione di carie e l’infiammazione gengivale, è fondamentale rispettare i richiami di igiene orale professionale concordati insieme e migliorare le tecniche di igiene orale domiciliare. Siate pazienti e fiduciosi perché l’impegno nel prendervi cura del vostro apparecchio ortodontico, é indispensabile al fine di ottenere un ottimo risultato.

Sceglieremo insieme i presidi più validi per voi.

Possiamo iniziare con uno spazzolino ortodontico, caratterizzato dalle setole della fila centrale più basse quindi studiato appositamente per accogliere i brackets e che userete con una tecnica di spazzolamento di tipo orizzontale. Con le setole più sporgenti dello spazzolino ortodontico o con uno spazzolino a due file di ciuffi, spazzolerete le porzioni di dente e gengiva sopra l’arco ortodontico e tutti i settori non coinvolti dall’apparecchio, utilizzando la conosciuta tecnica verticale (dalla gengiva verso il dente).

Possiamo abbinare anche spazzolini monociuffo dotati di una piccola testina con la quale potete arrivare a detergere zone complesse, come ad esempio: le contenzioni ortodontiche fisse linguali, le bande e le canule ad esse collegate.

Fondamentali sono anche gli strumenti interdentali: il mio consiglio è di utilizzare lo scovolino che deve avere una corretta dimensione in base alla tipologia di spazio da trattare. E’ un ottimo strumento di pulizia delle superfici laterali dei brackets e degli spazi interdentali ed è molto facile da usare anche insieme al dentifricio che ne aumenta la capacità pulente. Per aumentare l’efficacia della detersione interdentale, il filo spugnoso di tipo superfloss è un ottimo presidio per eliminare la placca a livello del margine gengivale e delle bande ma il suo utilizzo è più complesso e indaginoso.

Il dentifricio, se veicolato negli spazi interdentali con scovolino o filo, migliora la detersione; così come, in caso di sanguinamento gengivale indice di infiammazione, la clorexidina svolge un’importante azione antibatterica.

Vi consiglio inoltre di utilizzare, una volta a settimana per almeno due mesi, le pastiglie rivelatrici di placca, al fine di verificare che la vostra igiene orale domiciliare sia precisa ed efficace.

Nel trattamento ortodontico infantile con coinvolgimento del palato (tipo espansori palatali), l’aquapick (idrogetto), è un efficace strumento per eliminare i residui alimentari ancor meglio se abbinato allo scovolino e allo spazzolino monociuffo.

Mi raccomando però, in caso di ortodonzia su bambini, tutte le procedure di cui abbiamo parlato, devono essere eseguite dai genitori con molta pazienza allo scopo di ottimizzare il risultato.

Hai tolto un dente… Non preoccuparti…

Dopo l’estrazione del dente, la velocità di recupero del paziente è pesantemente condizionata dalla complessità dell’intervento e dal rispetto di alcune regole precauzionali, importantissime per abbattere il rischio di complicanze. Iniziamo, dunque, ad analizzare nel dettaglio quali rischi e complicanze possono conseguire ad un intervento di estrazione dentale. Successivamente, cercheremo di elencare una serie di preziosi accorgimenti da prendere in considerazione per scongiurare il rischio d’incappare in spiacevoli inconvenienti dopo un’estrazione dentale

Rischi dopo l’estrazione di un dente

Che sia dente del giudizio o di un canino poco conta: i rischi che si corrono dopo l’estrazione di un dente sono pressoché gli stessi.
Anzitutto è bene ricordare che un dente sano richiedente l’estrazione per motivi di disallineamento o malocclusione dentale – tipica condizione dei denti del giudizio – va incontro a meno pericoli o complicanze post-intervento rispetto ad un dente gravemente danneggiato da carie profonde,  pulpiti, granulomi, ascessi dentali o quant’altro. Anche eventuali condizioni morbose possono incidere pesantemente sul decorso post-estrazione dentale: i pazienti colpiti da patologie sistemiche (es. diabete, malattie autoimmuni, insufficienza renale cronica ecc.), così come i soggetti sottoposti a chemio/radioterapie o che devono assumere farmaci corticosteroidi, possono presentare difficoltà di recupero notevoli dopo l’estrazione di un dente.
Inevitabilmente, dopo l’avulsione di un dente, il paziente accusa una spiacevole sensazione di gonfiore e dolenzia gengivale, spesso accompagnate da un lieve sanguinamento che dovrebbe risolversi nell’arco delle 24 ore successive all’operazione. Entro certi limiti, tali effetti collaterali possono definirsi “normali”. Ricordiamo che, pur essendo relativamente semplice, l’avulsione dentale resta sempre un’operazione chirurgica a tutti gli effetti, dunque è comprensibile come l’organismo possa reagire dopo il “prelievo” forzato di un parte integrante del corpo.
Qualora non si rispettassero le norme generali di profilassi post-estrazione, il profilo clinico del paziente può pericolosamente degenerare. In tal senso, le complicanze post intervento più preoccupanti sono le infezioni dentali come:

  • Alveolite: infezione dell’alveolo (la cavità ossea dove alloggiano le radici dei denti)
  • Ascesso dentale: accumulo di batteri, globili bianchi, plasma e detriti cellulari (pus) confinato nei tetssuti che circondano un dente
  • Granuloma dentale: infiammazione corinica dell’apice radicale e dei tessuti circostanti
  • Cisti dentale: cavità tondeggianti che si espandono progressivamente nell’osso, distruggendolo. Si tratta di una tipica complianza dopo l’estrazione di un dente del giudizio incluso.

Tra le possibili complicanze conseguenti all’estrazione dentale non dobbiamo dimenticare la temporanea perdita di sensibilità del labbro e della lingua al lato in cui è stata eseguita l’operazione.