Faq

FAQ – Le domande più frequenti che ci avete posto

Implantologia

Un paziente a cui sia stata fatta diagnosi di osteoporosi può ricevere impianti osteointegrati?

L’osteoporosi non rappresenta una controindicazione al trattamento con impianti:  in questi pazienti le percentuali di successo della terapia non sono differenti rispetto ai pazienti non affetti da osteoporosi.

E’ però importante considerare che spesso l’osteoporosi viene trattata con dei farmaci (bifosfonati) che possono interferire con il processo di guarigione dopo trattamento con impianti; per questa ragione  è molto importante dire al dentista il tipo di terapia seguita per i trattamento dell’osteoporosi.

Come si cura l’infiammazione intorno agli impianti?

Se l’infiammazione è limitata ai tessuti gengivali perimplantari (mucosite), è sufficiente la rimozione dei microbi sulla superficie dell’impianto mediante l’utilizzo di ultrasuoni con punte di teflon e spray di glicina all’interno del solco gengivale. Oltre a questo è necessaria una corretta igiene orale domiciliare per rimuovere i batteri che si accumulano al di sopra dei tessuti gengivali.

Se l’infiammazione ha già provocato un riassorbimento di osso perimplantare (peri-implantite), è necessario nella maggior parte dei casi eseguire un piccolo intervento chirurgico per la decontaminazione e la levigatura della superficie implantare profonda.

E’ indispensabile mantenere la salute peri-implantare con richiami regolari ogni 3 mesi

Quale è la percentuale di successo degli impianti osteointegrati?

L’osteointegrazione degli impianti avviene nella maggior parte dei casi.  Studi internazionali, basati sulla valutazione scientifica e rigorosa di oltre 12.000.000 di impianti tipo Branemark posizionati in 3.500.000 pazienti e seguiti per un periodo di oltre 25 anni, hanno fornito percentuali medie di successo per ogni singolo impianto del 95%.

Le alte percentuali di successo a lungo termine sono subordinate al rispetto di un adeguato programma di controlli periodici (annuali), associati a sedute (semestrali) di ablazione del tartaro o igiene orale professionale. Le ricerche internazionali hanno dimostrato che i forti fumatori (oltre 20 sigarette al giorno),  presentano percentuali di successo inferiori (80 – 85%).

Quali sono le alternative terapeutiche per ripristinare i denti mancanti o per stabilizzare le protesi totali (dentiere)?

Le soluzioni alternative agli impianti osteointegrati comprendono dentiere convenzionali, protesi parziali rimovibili, ponti fissi.

La perdita di anche un solo elemento dentario, oltre a danni immediati di carattere estetico funzionale, comporta uno squilibrio a livello dell’apparato masticatorio con conseguente migrazione e malfunzione degli elementi dentari residui.

  • Dentiere convenzionali. In molti casi la stabilità delle dentiere è insufficiente a causa dell’atrofia della cresta alveolare edentula. Le dentiere, inoltre, trasmettendo il carico masticatorio direttamente sulle creste edentule provocano un lento e progressivo riassorbimento delle ossa mascellari.
  • Protesi parziali rimovibili ancorate ai denti residui, detti scheletrati, che trasmettono un ulteriore carico ai denti naturali residui ai quali si ancorano. Inoltre, come le dentiere trasmettono direttamente il carico masticatorio alle selle edentule accelerandone l’atrofia.
  • I Ponti fissi ancorati a denti naturali sono indicati solo quando il numero e le condizioni di salute parodontale e radicolare dei denti residui sono sufficienti a garantire la durata nel tempo della riabilitazione protesica. I ponti fissi comportano la preparazione con frese dei denti naturali pilastro, con conseguente perdita di sostanza dentale.

In quante fasi chirurgiche è suddiviso il trattamento per l’inserimento degli impianti?

1- L’inserimento degli impianti, I fase chirurgica, consiste nel posizionamento di un adeguato numero di impianti in titanio nelle zone edentule delle ossa mascellari. Dopo l’inserimento, i tessuti gengivali vengono suturati nella loro posizione originale in modo tale che gli impianti rimangano totalmente sommersi. La prima fase chirurgica generalmente viene eseguita ambulatorialmente in anestesia locale, ma a richiesta del paziente può essere eseguita anche in anestesia generale.

2- I punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni. I pazienti totalmente edentuli non possono usare la vecchia protesi (dentiera o scheletrato) per 7-10 giorni dopo l’intervento. La vecchia protesi deve essere modificata e ribasata, i punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni.

3- Un periodo di guarigione di circa 4 mesi nella mandibola e di 6 mesi nel mascellare superiore è necessario per ottenere la osteointegrazione dell’impianto. In casi particolari (osteoporosi, innesti ossei, atrofie delle ossa mascellari) il tempo di guarigione può essere più lungo (8-12 mesi).

4- Dopo il periodo di guarigione, viene eseguita la II fase chirurgica. Con questo intervento, più rapido e meno traumatico del primo, gli impianti vengono connessi con pilastri di protesici provvisori in titanio e viene accertata la loro stabilità. Alla fine della II fase chirurgica, i tessuti gengivali vengono suturati attorno agli inserti in titanio connessi agli impianti.

5- I punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni e la ricostruzione protesica può incominciare dopo circa 15 giorni.

Con il moderno design implantare oggi è possibile in molti casi inserire gli impianti con una singola fase chirurgica e posizionare immediatamente i denti. Tuttavia il trattamento convenzionale e’ suddiviso in due fasi chirurgiche. L’inserimento degli impianti,I fase chirurgica, consiste nel posizionamento degli impianti in titanio nelle zone edentule delle ossa mascellari. Dopo l’inserimento, i tessuti gengivali vengono suturati. La prima fase chirurgica generalmente viene eseguita ambulatorialmente in anestesia. I punti di sutura vengono rimossi dopo 10-15 giorni.

Un periodo di guarigione di circa 3 mesi nella mandibola e 6 mesi nel mascellare superiore è necessario per ottenere la osteointegrazione dell’impianto. In casi particolari (osteoporosi, innesti ossei, atrofie delle ossa mascellari) il tempo di guarigione può essere più lungo (8 mesi).

Dopo il periodo di guarigione, viene eseguita la II fase chirurgica. Con questo intervento gli impianti vengono connessi con pilastri di protesici provvisori in titanio e viene accertata la loro stabilità. I punti di sutura vengono rimossi dopo 7-10 giorni e la ricostruzione protesica può incominciare dopo circa 15 giorni.

Che cos'è la sedazione cosciente?

La sedazione cosciente è molto diversa dall’anestesia generale: viene comunque gestita da un medico specializzato in anestesiologia: comporta la somministrazione di sostanze calmanti, ma il paziente rimane  sempre sveglio ma molto rilassato e collaborante.

Che cosa succede quando un impianto non si osteointegra?

Ogni impianto che mostra segni di mobilità o segni radiografici di non osteointegrazione deve essere immediatamente rimosso.

L’impianto rimosso può essere sostituito dopo circa due mesi con un nuovo impianto.

Il fallimento di un impianto è un evento estremamente raro (4%) ed avviene durante i primi mesi di funzione masticatoria. I fallimenti tardivi sono ancora più rari se il paziente segue un adeguato programma di mantenimento dell’igiene orale.

Quali possono essere i rischi o le complicanze tardive delle protesi supportate da impianti osteointegrati?

Le complicanze delle protesi supportate da impianti osteointegrati secondo il Sistema Branemark sono rare, ciononostante si possono verificare negli anni alcuni inconvenienti di carattere infiammatorio o meccanico:

  • In caso di non adeguata applicazione delle necessarie manovre domiciliari di igiene orale gli impianti, come i denti naturali, possono andare incontro a fenomeni di infiammazione causati dalla placca batterica e dal tartaro. Le infezioni batteriche (peri-implantiti) non trattate possono progredire fino alla perdita dell’impianto. Per prevenire questa complicanza sono necessari controlli professionali ed una igiene orale domiciliare adeguata.
  • Le protesi dentali definitive vengono fissate agli impianti con viti d’oro. Con la prolungata funzione e l’usura, le viti di fissazione delle protesi possono svitarsi o fratturarsi. In tal caso, devono essere immediatamente riavvitate per evitare danni alle componenti meccaniche. E’ molto importante, quindi, che il paziente richieda immediatamente una visita di controllo dal protesista o dal chirurgo in caso di instabilità della protesi.

Chirurgia orale

I denti del giudizio possono spostare/accavallare gli incisivi?

Attualmente non si considera come corretta la teoria che sosteneva la capacità dei denti del giudizio inferiori (terzi molari inferiori) di spostare e quindi accavallare/affollare gli incisivi inferiori. L’affollamento degli incisivi inferiori ha altre cause e non è dovuto alla “spinta” dei denti del giudizio che cercano di “farsi strada” per trovare posto nell’arcata dentaria.

Quando deve essere estratto un dente del giudizio?

L’estrazione del dente del giudizio si può rendere necessaria per motivi ortodontici (con la rimozione si crea lo spazio necessario per il riallineamento dei denti), per carie dello stesso qualora la sua posizione non fosse compatibile con adeguate cure dovute alla problematica accessibilità del dente stesso, per infiammazioni/infezioni ricorrenti che possono coinvolgere anche i denti vicini.

Il fatto che il dente del giudizio sia incluso (parzialmente o totalmente ricoperto dalla gengiva e dall’osso alveolare) o malposizionato non è di per se una indicazione alla estrazione di tale elemento dentario

Perché devo togliere il dente del giudizio anche se non mi fa male?

La causa più frequente è l’infiammazione della gengiva vicina all’elemento dentario. Tale condizione si definisce pericoronarite. Si caratterizza per gonfiore, dolore, a volte secrezione purulenta (fuoriuscita di pus dalla tasca gengivale intorno al dente del giudizio) e occasionalmente alitosi.

E’ dovuta alla malposizione del dente del giudizio e sostenuta da una scarsa igiene orale.

Può essere molto insidiosa perché accompagnata da lievi sintomi cronici di infiammazione gengivale che tendono  a presentarsi ciclicamente e a risolversi spontaneamente. Può non presentarsi MAI il sintomo DOLORE.

La vicinanza del dente del giudizio, mal posizionato o incluso, al secondo molare, elemento da preservare assolutamente, può coinvolgerlo in processi cariosi, formazione di tasche gengivali/parodontali profonde e in alcuni casi, portare al riassorbimento delle radici. Tale condizione non avvertita dal paziente perché possibilmente anche non dolorosa può portare alla perdita del secondo molare.

E’ doloroso togliere il dente del giudizio?

L’intervento non è doloroso e viene eseguito con anestesia locale del tutto simile a quella somministrata per tutte le altre terapie odontoiatriche.

Qualora il paziente avesse particolarmente “paura” dell’intervento o siano presenti delle condizioni cliniche che lo consiglino, è possibile effettuare l’avulsione in “sedazione cosciente”.

Tale procedura, gestita da un medico specializzato in anestesiologia, comporta la sedazione ed il monitoraggio del paziente che comunque rimane sempre sveglio ma molto rilassato e collaborante. Per minimizzare il fastidio post-operatorio il paziente deve scrupolosamente attenersi alla prescrizione medica del dentista e seguire i consigli relativi alla dieta e all’attività fisica che può essere svolta nei giorni seguenti l’intervento.

Come mi devo comportare dopo un intervento di chirurgia orale?

Per minimizzare il fastidio post-operatorio il paziente deve scrupolosamente attenersi alla prescrizione medica del dentista e seguire i consigli relativi alla dieta e alla riduzione dell’attività fisica nei giorni seguenti l’intervento.

Quando è meglio eseguire l’estrazione del dente del giudizio?

Sarebbe meglio intervenire entro i 20 anni perche’ esiste un consenso generale sul fatto che le complicanze chirurgiche sono molto meno frequenti se si interviene tra i 17 e i 20 anni. A questa età le radici sono formate per due terzi, l’osso è relativamente elastico, il legamento parodontale è lasso e spesso, quindi l’intervento è più semplice e la guarigione post-chirurgica è rapida. Gli studi dimostrano che i pazienti più giovani hanno un decorso operatorio e post-operatorio significativamente migliore rispetto ai pazienti più anziani. L’età ideale per la chirurgia dei terzi molari è tra i 15 e i 25 anni.

Parodontologia

Che cos’è la piorrea?

La piorrea è un vecchio termine scorretto utilizzato per identificare la parodontite.

Piorrea significa fuoriuscita di pus dal solco gengivale, uno dei possibili sintomi della parodontite.

Che cos'è la parodontite?

La parodontite è una malattia che colpisce i tessuti di supporto dei denti (osso e gengive). Molto frequentemente i sintomi che la caratterizzano sono difficilmente riconosciuti dal paziente che impara a convivere con degli episodi ricorrenti di sanguinamento gengivale e un’impressione di denti che negli anni si sono “allungati”.

Quali sono i sintomi della parodontite?

La parodontite può manifestarsi con sanguinamento gengivale durante lo spazzolamento,  ascessi, mobilità e migrazioni dei denti, retrazioni gengivali, alitosi.

Tali sintomi non devono essere sottovalutati ed è bene effettuare una visita dall’odontoiatra.

Quali sono le cause della parodontite?

La parodontite è causata dai batteri che si accumulano quotidianamente sulla superficie dei denti ed è quindi favorita dalla cattiva igiene orale, dalla familiarità, dal fumo, da alcune malattie come il diabete.

Perché si ritirano le gengive?

Le cause di retrazione gengivale più frequenti sono l’infiammazione, dovuta alla placca batterica e al tartaro, e/o fattori traumatici quali lo spazzolamento inadeguato, lo scorretto uso di filo interdentale e/o scovolino e altre abitudini viziate.

Le situazioni di retrazione gengivale correlate ai traumi si riscontrano più frequentemente in pazienti “forti” spazzolatori che hanno pochissima se non assente placca e tartaro.

In questo caso, molto spesso,  la retrazione colpisce solo il versante esterno, rivolto verso la guancia/labbro, dei denti che possono anche presentare dei solchi orizzontali sulle corone e/o radici dovuti a manovre igieniche estremamente traumatiche.

Perché per curare una carie devo anche farmi operare alle gengive?

Quando una carie si estende in profondità o si frattura una porzione di corona dentaria a un livello sotto gengivale si può rendere necessario un piccolo intervento di chirurgia parodontale per abbassare lievemente il livello dell’osso. esporre una porzione sana del dente e consentire la corretta terapia ricostruttiva del dente.

Quando mi lavo i denti mi sanguinano spesso le gengive. Cosa devo fare?

Il sanguinamento gengivale è uno dei segni caratteristici dell’infiammazione, accompagnato da rossore e gonfiore dei tessuti e spesso dolore allo spazzolamento. Questa condizione, inizialmente reversibile che prende il nome di gengivite,  viene causata dalla presenza di  batteri presenti all’interno dei depositi di placca e tartaro.

Se non viene trattata e perdura nel tempo, la gengivite può evolvere in parodontite, patologia irreversibile che coinvolge i tessuti di supporto dei denti.

In caso di permanenza del sanguinamento gengivale per più di 7 giorni, nonostante il corretto spazzolamento dei denti, consigliamo una visita di controllo dallo specialista, accompagnata da sedute di igiene orale professionale.

Protesi

Che cosa sono le faccette?

Le faccette sono dei piccoli gusci di ceramica che vengono incollati sul dente, un po’ come un’unghia finta che viene applicata sulle mani dall’estetista.

Per fare delle faccette si devono devitalizzare i denti?

Le faccette sono un trattamento molto conservativo che non richiede in nessun modo la devitalizzazione del dente, in molti casi vengono asportati dalla superficie del dente solo pochi decimi di millimetro per fare posto al sottile strato di ceramica che ripristinerà la forma ed il colore del dente finale.

Qual'è il materiale migliore per la realizzazione di una corona?

La vera rivoluzione per quello che riguarda la costruzione di corone protesiche è rappresentata dalla possibilità di costruire denti artificiali interamente in ceramica;  a questo scopo i materiali migliori sono rappresentati da alumina, zirconia e disilicato di litio. La scelta del materiale da utilizzare e’ fatta sulla base della situazione clinica di ogni singolo paziente.

Perchè in alcuni casi è necessario devitalizare un dente da protesizzare?

Se la struttura del dente è particolarmente compromessa dalla carie o da eventuali fratture, la limatura necessaria per la protesizzazione può comportare un’eccessiva sensibilità al caldo e al freddo. In questi casi è indicato devitalizzare preventivamente l’elemento dentario.

Conservativa

Come si previene la carie?

La carie è’ causata dalla placca batterica. La prevenzione inizia da bambini, con l’assunzione di fluoro che rinforza i denti, e continua da adulti con la pulizia dei dentisoprattutto alla sera prima di coricarsi e alla mattina appena svegli dopo la prima colazione, perchè durante la notte la placca batterica si stratifica a causa di un minor  movimento della lingua e minor produzione di saliva.

Che cos’è la placca batterica?

La placca batterica è una patina, derivata dalla saliva, che si forma continuamente sui denti e può compromettere la salute di tutta la bocca, causando carie, gengiviti e parodontiti.

La placca batterica può essere paragonata all’ossido che si forma sui metalli, come quella di una statua, che a lungo andare corrode la superficie.

Qual'è il trattamento più efficace per sbiancare i denti?

Il trattamento sbiancate più efficace è quello che associa un trattamento professionale eseguito nello studio dentistico, all’applicazione domiciliare di una mascherina trasparente con un principio attivo sbiancante per 10-14 giorni.

Endodonzia

Perche’ l’endodonzia e’ importante?

L’endonzia consente di conservare le radici, che sono le fondamenta dei nostri denti. Infatti anche denti gravemente distrutti possono essere ricostruiti su radici sane. Inoltre consente di prevenire o curare le infezioni batteriche che si manifestano con ascessi e granulomi.

Come fa a scomparire il dolore quando un dente s’infiamma?

Il dolore acuto scompare solo con la devitalizzazione nel caso in cui sia in atto un semplice processo infiammatorio del nervo (pulpite), mentre se l’infezione si è propagata al tessuto osseo attorno al dente,  è necessario associare una terapia antibiotica.

Cosa succede quando un nervo s’infiamma?

Si scatena un processo infiammatorio irreversibile perche’ il nervo si trova all’interno di una scatola chiusa, che e’ il dente, per cui il dentista puo’ solo devitalizzare il dente in modo tale da fermare il processo infiammatorio ed il dolore acuto che il paziente sente dopo aver effettuato una terapia antibiotica.

E’ possibile prevenire l’infiammazione dei nervi?

L’unica vera forma di prevenzione e’ data dalla cura  e prevenzione della carie.

Ortodonzia

Come si fa a spostare i denti?

Per ottenere il movimento occorre incollare temporaneamente sulla superficie dei denti gli attacchi ortodontici ai quali vengono applicati degli elastici o delle molle. Gli attacchi più utilizzatii sono quelli metallici, ne esistono però altri tipi, egualmente efficaci, che rendono meno visibile l’apparecchio.

Si sente dolore durante il movimento ortodontico?

La terapia ortodontica non è mai dolorosa perchè il paziente non percepisce il movimento dei denti che avviene in maniera lenta e progressiva. Si può avvertire disagio durante i primi giorni per la presenza degli attacchi che sono a contatto con le labbra e con le guance. Solitamente dopo qualche tempo il paziente si abitua e non ha più fastidio.

C'è un limite di età per effettuare un trattamento ortodontico?

Non esiste un limite di età per allineare correttamente i denti e ottenere una bocca esteticamente piacevole e sana. Ovviamente la condizione indispensabile, soprattutto quando si muovono i denti con parodonto compromesso è che l’igiene orale sia perfetta per tenere sotto controllo l’infiammazione.

In alcuni casi molto complessi, nello Studio Simion possiamo eseguire un trattamento innovativo dicorticotomia settorialeper accelerare i movimenti ortodontici e ortopedici.

I miei denti inferiori sono affollati, posso raddrizzarli?

Nella maggior parte dei casi è possibile effettuare un allineamento dei denti inferiori. E’ necessario formulare una diagnosi corretta e procedere con il trattamento corrispondente più appropriato. In alcuni casi è necessario estrarre uno dente particolarmente disallineato, per trovare lo spazio necessario per allinearli, mantenendo comunque una buona salute parodontale.

Una volta ottenuto il risultato, come lo mantengo a lungo termine?

Per mantenere il risultato ottenuto occorre stabilizzare i denti nella loro nuova posizione con un apparecchio di contenzione. Gli apparecchi di contenzione possono essere cosituiti da mascherine trasparenti o veri e propri apparecchi mobili in resina da portare durante le ore notturne, per il periodo richiesto.

Igiene Orale

Quale spazzolino e filo interdentale devo usare?

La scelta dello spazzolino deve tenere conto della situazione individuale del paziente.

In assenza di particolari condizioni patologiche, deve essere utilizzato uno spazzolino in setole sintetiche di media durezza. Sono sconsigliabili le setole dure.

Se sono presenti recessioni gengivali, erosioni o abrasioni dello smalto è necessario usare uno spazzolino con setole morbide associato ad una tecnica di spazzolamento che aiuti a prevenire ulteriori danni meccanici.

È importante inoltre detergere gli spazi interdentali utilizzando filo non cerato, filo superfloss o scovolini che variano a seconda delle necessità individuali.

Quale dentifricio devo usare? E’ necessario anche il collutorio?

Il dentifricio e il collutorio per uso quotidiano hanno la funzione di veicolare sostanze importanti come il fluoro, che aiuta a prevenire la patologia cariosa, oppure possono contenere sostanze specifiche per ridurre l’ipersensibilità dentinale.

Si sconsigliano dentifrici con alto potere abrasivo (sbiancanti o con microgranuli) ed i collutori contenenti alcool.

Esistono poi dentifrici e collutori ad azione antibatterica, contenenti una molecola chiamata clorexidina, che vengono prescritti dal dentista oppure dall’igienista dentale in situazioni particoliari quali i periodi immediatamente successivi agli interventi chirurgici nel cavo orale.

Con che cadenza è corretto sottoporsi alla pulizia dei denti?

La seduta di igiene orale effettuata dall’igienista viene programmata in funzione delle esigenze particolari del singolo Paziente.

In generale, pazienti con un buon livello di igiene orale, che non sono stati sottoposti a particolari riabilitazioni a livello dei denti, sono invitati a sottoporsi alla seduta di igiene orale con una cadenza semestrale.

I Pazienti trattati con riabilitazioni complesse, portatori di impianti osteointegrati e/o che sono stati colpiti da malattia parodontale (retrazioni gengivali, tasche, “piorrea”) sono invitati a sottoporsi alla seduta di igiene orale ogni tre/quattro mesi. Tale cadenza è dettata da studi microbiologici e clinici che dimostrano la possibilità di mantenere a lungo termine uno stato di salute dentale e parodontale anche in pazienti colpiti da forme gravi di parodontite o che siano stati sottoposti a riabilitazioni dentarie complesse.